Mappa riassuntiva dei reperti archeologici.
Siti di ritrovamento dei reperti archeologici.
Per la prima volta in Emilia viene alla luce una fornace del primo secolo dopo Cristo
La fornace risale al 1° secolo dopo Cristo, ed è la prima volta che in Emilia, ma potremmo dire in Italia settentrionale, viene alla luce un impianto produttivo con i manufatti in esso realizzati.
E' stato riportato alla luce un complesso di due fornaci d'epoca imperiale, di diverso grado di età. Fino ad ora è stato completato il recupero della più recente. Si tratta della fornace verticale a pianta circolare che funzionava a fuoco intermittente. Ne è rimasto il canale centrale, in cui veniva inserito il materiale combustibile e il ripiano sovrastante, sul quale venivano posti in cottura i manufatti.
Nuove ricerche archeologiche in Val Baganza.
La prima frequentazione della vallata si presume risalga a circa 150.000 anni fa. Ne è la prova la scheggia silicea di tecnica LEVALLOIS* ( fig. 1) trovata a Sala Baganza-loc. Pilastro dal signor Carlo Bertoli. Ai reperti summenzionati si aggiunge un altra accettina, in serpentino, levigata, trovata a Miatico dal signor Vittorio Pederzani di Sala Baganza ( fig. 2 ).
Si aggiunge poi il frammento di scodella graffita, ingobbiata** e dipinta a ramina e freccia, rinascimentale, trovata dal geometra Enzo Bovaia a Terenzo e da lui consegnata al museo Parmense, nel corso di una riunione del Centro Studi della Val Baganza ( fig. 3 ).
* da Levallois-Perret Città della Francia (Hauts-de-Seine), dove fu trovata (19° sec.), in uno strato di ghiaie della Senna, una industria litica con molti strumenti su scheggia con tallone preparato a faccette. L’ipotesi dell’esistenza di una cultura paleolitica levalloisiana che si sarebbe sviluppata a partire dal glaciale Riss, è stata respinta a favore di quella che riconosce l’esistenza di un’industria levalloisianacaratterizzata da una tecnica di scheggiatura (schegge Levallois). Essa consiste nel predeterminare, per mezzo di opportune asportazioni, la forma della scheggia principale che si vuole staccare dal nucleo. Il nucleo preparato per trarne una scheggia Levallois assume un aspetto detto anche ‘a guscio di tartaruga’. Oltre alle schegge, si hanno lame o punte Levallois, i cui margini potevano o no essere ulteriormente foggiati con il ritocco.
** da ingòbbio s. m. [dal fr. engobe, deverbale di engober «ingobbiare1», der. dell’ant. e dial. gobe «zolla», col pref. en- «in-1»]. – Nell’arte e nella tecnologia della ceramica, rivestimento terroso, formato da un velo bianco o anche colorato non trasparente di terra di Siena, che si applica sull’oggetto di argilla, già parzialmente essiccato, allo scopo di mascherarne il colore naturale.
** da ingòbbio s. m. [dal fr. engobe, deverbale di engober «ingobbiare1», der. dell’ant. e dial. gobe «zolla», col pref. en- «in-1»]. – Nell’arte e nella tecnologia della ceramica, rivestimento terroso, formato da un velo bianco o anche colorato non trasparente di terra di Siena, che si applica sull’oggetto di argilla, già parzialmente essiccato, allo scopo di mascherarne il colore naturale.